Booster: risorsa o minaccia?

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Negli ultimi giorni mi sono imbattuto in un dato curioso che credo non vada assolutamente sottovalutato e che meriti un approfondimento.

Negli ultimi tre report dell’Istituto Superiore per la Sanità è emerso che ogni centomila persone tra i 12 e i 39 anni, in ospedale ci sono 23 persone con due dosi da meno di 120 giorni e 28 persone con booster. Come spiegare questo dato? Una delle cause potrebbe risiedere nel fatto che è boosterizzato si senta più protetto. Sentirsi inconsapevolmente propensi a rischiare di più porta a trascurare tutte le norme sul distanziamento sociale, sottovalutando anche il rischio di dialogare senza mascherina.

Ma c’è un’altra possibile causa che fa decisamente più riflettere, ed è di natura strettamente biologica.

Hai mai sentito parlare di effetto ADE? Parliamo di Antibody Dependent Enhancement quando il numero di anticorpi è molto alto e c’è una quota non neutralizzante (il vaccino non permette di neutralizzare totalmente il virus anche a causa delle numerose varianti). È possibile quindi che gli anticorpi, anziché bloccare il virus, lo traghettino direttamente all’interno della cellula.

Entrando maggiormente nello specifico della questione l’obiettivo della vaccinazione è quello di proteggere le nostre cellule dall’invasione del virus. Simulando l’infezione, si induce la produzione duratura di anticorpi, proteine specifiche del sistema immunitario che riconoscono il virus e ne agevolano l’eliminazione. A differenza dell’infezione reale, in cui il sistema immunitario incontra il virus nella sua interezza, con la vaccinazione si direziona la produzione di anticorpi verso specifiche strutture anatomiche del virus, quelle determinanti per l’ingresso nelle cellule, come nel caso della proteina spike.

Tutto risiederebbe quindi nella capacità del nostro sistema immunitario di produrre alti livelli di anticorpi anti-spike che impediscano l’invasione delle nostre cellule, ma è proprio questo meccanismo che pare talvolta incorrere in cortocircuito, provocando il sorprendente dato riportato in apertura articolo.

Che tutto questo sia solo il preludio di una presa di coscienza più ad ampio raggio? Vedremo…

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