Quarta dose: che interessi nasconde?

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Lo scorso 15 settembre ho ripreso un’intervista andata in onda su Radio Radio del dottor Claudio Giorlandino, Direttore Sanitario dei Centri Clinico-Diagnostici di Altamedica, sul tema quarta dose.

Se non hai letto l’articolo ti invito a recuperarlo qui.

In sintesi, per riallacciare le fila del discorso, il dottor Giorlandino asserisce l’inutilità del ricorso ad una quarta dose per una ragione precisa: il virus è mutato nel tempo e i vaccini non possono fisiologicamente adattarsi a questo tipo di cambiamento.

Ricorderai che in chiusura di articolo ho sollevato un dubbio, ripromettendomi di ritornare sull’argomento: se la scienza si schiera contro una nuova somministrazione, come mai il dibattito è ancora aperto?

Come spesso capita quando parliamo di fenomeni di interesse globale che coinvolgono il tornaconto di player dell’industria farmaceutica o le sorti delle casse dello Stato, il nocciolo primario della questione non è la salute di noi cittadini.

“Dicono, ma non ne ho la certezza” afferma Giorlandino con una dose di velata ironia “che ci siano ancora milioni di dosi da smaltire…la verità purtroppo è che sono ormai inutili! La Spike non riesce più ad accedere alle cellule polmonari perché non si scinde più come ad inizio pandemia”.

E le centinaia di morti per Covid proclamate settimanalmente?

Sono morti col tampone positivo, ma non morti causa Covid! Oggi, ma è sempre stato così dall’inizio, se un cittadino cade dalla moto e sbatte la testa deve prima fare un tampone, se questo risulta positivo e l’individuo muore in seguito all’urto risulterà morto causa Covid.”

Quasi superfluo ribadire certe dinamiche, è un pattern arcinoto degli ultimi anni.

“Vedo gente in auto da sola con la mascherina (dal 3% all’8% dei cittadini italiani opta per questa scelta), gente al mare con la mascherina…queste persone vanno aiutate, sono patofobi a cui va trasmesso il messaggio che il Covid non uccide più e che possono tornare a respirare aria buona e a vivere senza la paura di abbracciare qualcun altro”.

Sono patofobi ma non colgono la portata del danno che arrecano a loro stessi continuando a tenere su le mascherine anche se soli e anche se all’aperto, inalando un quantitativo inimmaginabile di tossine.

Non è difficile imbattersi online su notizie riguardanti alcune regioni o città in cui sembrerebbe partita la corsa alla quarta dose. È il caso di Asti e dell’intera regione del Piemonte, così come di Potenza. Come amo ripetere, se un farmaco non è necessario non è solo inutile, ma anche dannoso.

E la chiosa del dottor Giorlandino va in questo senso: “…la proteina Spike che il nostro corpo continua a produrre con il reiterarsi delle somministrazioni fa male! Il vaccino tradizionale è l’unica risposta, solo che per portarne a termine la fase di sperimentazione sarebbero occorsi almeno 20 anni…”

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