Il Covid-19 sui libri di scuola: come (non) fare informazione.

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Non ci è voluto poi molto. La pandemia da Covid-19 è già finita sui libri di testo per le scuole. Apparentemente con l’intento di aggiornare i sussidiari con notizie di attualità. Ma siamo sicuri che la vera finalità di chi scrive sia informare?

Su un argomento così controverso, su cui ancora si dibatte e si divide la stessa comunità scientifica, il buonsenso suggerirebbe di limitarsi a riportare un’oggettiva narrazione di quanto accaduto.

E invece no.

In molti tra i lettori del blog mi hanno recentemente girato la foto di questo estratto, utilizzato nelle scuole elementari per tenere i bambini al corrente del pericolo dal quale, a quanto pare, non sarebbero ancora al sicuro.

La prima riflessione riguarda i tempi tecnici di pubblicazione del testo. Scrivere di un argomento così attuale e in costante evoluzione, ancor più nel caso di una pandemia in fisiologico calo, condanna inevitabilmente l’alunno a studiare un contenuto vecchio di almeno 6 – 8 mesi. Quindi non aggiornato. Tutte le precauzioni di cui sopra non sono più obbligatorie, ma uno studente si ritrova così costretto ancora oggi ad incamerare…paura!

Il Covid-19 ha frustrato e fiaccato tutti, ma milioni di bambini e ragazzi nel mondo hanno dovuto rinunciare per anni al contatto umano con i propri coetanei. Questo basterebbe da solo, soprattutto in fasce d’età delicate o in soggetti particolari estremamente bisognosi di interazione sociale, a generare traumi lesivi per la corretta crescita degli individui.

Oggi, a quasi tre anni dallo scoppio della pandemia, dopo che l’OMS ha dichiarato finalmente superata la crisi Covid-19, i bambini vengono ancora educati al distanziamento sociale. All’utilizzo di mascherine. All’ossessione per l’igienizzazione delle mani. Ma c’è di più.

Secondo il testo in questione il virus si spiaccicherebbe sulla mascherina. Come può un microbo delle dimensioni variabili da 20 a 300 nanometri spiaccicarsi su una mascherina come una mosca su un finestrino? È questo il modo di fare didattica che chi fa formazione ha in programma per i nostri figli?

Non sorprendiamoci se la casa editrice è stata denunciata per la divulgazione di questo messaggio.

A fare il paio con le vostre segnalazioni, mi sono personalmente imbattuto in un opuscolo rilasciato dal policlinico di Milano contenente una storia per bambini infarcita di fantasiose congetture, ti condivido di seguito un estratto , rimandandoti qui alla lettura integrale dell’elaborato.

Il messaggio è fortemente anacronistico: cari bambini, prediligete gli ambienti chiusi, che con la fantasia che vi ritrovate anche la vostra stanza può diventare un prato all’aperto! Come può un bambino accogliere un invito del genere in questo particolare momento storico? E con quali ripercussioni sul suo futuro?

Ti invito, nel caso in cui anche tu fossi un genitore, di controllare se anche sui libri di testo dei tuoi figli siano presenti ancora simili inviti al terrore misti ad inesattezze scientifiche macroscopiche, e di segnalarmelo via mail o nei commenti così da poterne portare testimonianza in questo spazio.

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