Sospensione (revocata) dall’Ordine dei Medici: analisi di una sentenza.

Condividi questo articolo

Caro lettore, sembra proprio che la giustizia stia finalmente seguendo il suo corso. Cominciano a fioccare infatti sentenze che ribaltano le sospensioni e le radiazioni dall’albo di tutti i medici che, da un anno a questa parte, hanno rifiutato di cedere all’imposizione del vaccino. La scorsa settimana ti ho parlato del caso del dottor Barbaro, cardiologo sospeso dall’Ordine dei Medici di Roma attraverso un processo sommario il cui esito è stato fortemente condizionato da minacce incorse ad uno dei membri della commissione.

Questa settimana entreremo insieme nel merito della sentenza emessa lo scorso 6 luglio dal tribunale ordinario di Firenze che ha scagionato e riabilitato alla professione una psicologa, di cui per privacy non riporterò le generalità. Interessante sarà addentrarci nei meandri della sentenza per capire quali sono state le motivazioni che hanno portato alla felice risoluzione del caso.

Era il 19.10.2021 quando la dottoressa in questione veniva sospesa dall’esercizio della professione di psicologa per mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale, perdendo di colpo il diritto al proprio sostentamento e il diritto a lavoro che l’art. 4 disciplina come espressione della libertà della persona e della dignità.

La sentenza che ha ribaltato la suddetta decisione ha preso in esame le seguenti istanze ed evidenze scientifiche:

  1. i report di Aifa e quelli degli istituti di vigilanza europei come Euromomo oppure Eudravigilance, riportano un fenomeno opposto a quello che si è inteso raggiungere con la vaccinazione, ovvero un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali e il prevalere numerico delle infezioni e decessi proprio tra i soggetti vaccinati con tre dosi
  2. la carta costituzionale “persona-centrica” dopo l’esperienza del nazi-fascismo, non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona, senza il suo consenso libero e informato
  3. considerato che quindi a tutt’oggi dopo due anni ancora non si conoscono i componenti dei sieri e gli effetti a medio e lungo termine come scritto dalle stesse case produttrici, mentre si sa che nel breve termine hanno già causato migliaia di decessi ed eventi avversi gravi

Per le suddette motivazioni la dottoressa, così come nessun altro collega o essere umano, non può essere costretta a ricorrere ai noti trattamenti iniettivi di natura sperimentale, secondo la sentenza “…talmente invasivi da insinuarsi nel suo DNA alterandolo in un modo che potrebbe risultare irreversibile, con effetti ad oggi non prevedibili per la sua vita e salute…”. In tal modo la commissione ha sospeso il provvedimento inviando un messaggio a tutti coloro che sono stati vittima di tale sopruso etico e legislativo: combattete per la vostra libertà di scelta.

Iscriviti alla nostra newsletter

resta aggiornato su tutte le pubblicazioni.

Altri articoli