Danni per uso prolungato della mascherina: lo studio.

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La pandemia in corso ha portato le persone a indossare quotidianamente mascherine per il viso in pubblico. Una cosa a cui, per nostro retaggio culturale, non eravamo assolutamente avvezzi. Un’abitudine che ha stravolto le nostre vite e che, vedrete, ci condizionerà ancora per molto. C’è qualcosa però di inerente alla sfera delle controindicazioni derivate dall’uso quotidiano della mascherina che è stato di recente analizzato da uno studio giapponese e pubblicato sulla rivista Nature, e voglio condividerlo con te oggi.

Link pubblicazione: www.nature.com/articles/s41598-022-15409-x

La pubblicazione è stata strutturata in base alle segnalazioni sopravvenute in merito a problemi di igiene dovuti a batteri e funghi attaccati alle mascherine. L’obiettivo del pool di esperti era quantificare e identificare i ceppi di batteri e funghi coinvolti, ed indagare sull’associazione tra le tipologie di germi rilevate e gli stili di vita individuali.

L’esperimento ha coinvolto 109 volontari, se n’è evinta una maggiore concentrazione di colonie batteriche all’interno della mascherina, con una speculare concentrazione di colonie fungine all’esterno della stessa. Con un utilizzo prolungato della mascherina è stato documentato un aumento di colonie fungine ma non di colonie batteriche. Com’è possibile?

Mentre indossiamo la mascherina, l’umidità all’interno della stessa è all’80%, microclima in cui i batteri possono sopravvivere e crescere. Al contrario, quando una maschera usata non viene indossata per molto tempo, in particolare di notte, si asciuga ed è probabile che i batteri sulla maschera muoiano a causa delle condizioni di siccità. D’altra parte, poiché i funghi e le loro spore sono resistenti all’essiccazione, essi possono sopravvivere anche nella condizione in cui le maschere siano asciutte. Questo spiega perché i funghi tendono ad accumularsi e ad aumentare con l’uso prolungato della mascherina.

Tra i microbi individuati anche diversi classificabili come patogeni, come il Bacillus cereus, lo Staphylococcus saprophyticus , l’Aspergillus e il Microsporum . Rilevazione che ha portato alla conclusione di consigliare alle persone immuno-compromesse di evitare l’uso ripetuto dei dispositivi di protezione per prevenire l’infezione microbica.

In Italia abbiamo assistito a casi quasi patologici di cittadini costantemente sottomessi al giogo della mascherina, che soprattutto alle categorie più fragili è stata presentata come protezione di fondamentale importanza, seconda solo al vaccino. A quanto pare potremmo aver costretto queste persone a complicanze e danni di cui certamente non avevano alcun bisogno nella loro condizione.

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