Stiamo vivendo una nuova fase del Covid-19. Se vogliamo, atipica. Una vera e propria impennata di casi in piena estate. Dall’inizio della pandemia, il periodo giugno – settembre è sempre stato povero di contagi rispetto ai mesi invernali, quasi come se il virus andasse in vacanza con gli italiani. Quest’anno non è così. E c’è quel tarlo che ha cominciato ad insidiarsi qua e là tra notizie di guerra e crisi di governo: la quarta dose. Con essa, il ritorno trionfale delle virostar.
Mentre ad inizio pandemia non potevamo far altro che provare a fidarci del parere di esperti e professionisti del settore, oggi conosciamo abbastanza bene i loro mezzucci dialettici e possiamo utilizzare un parametro quasi scientifico per valutarne l’attendibilità: valutiamo insieme le loro dichiarazioni sulla terza dose sulla base di ciò che poi si è effettivamente verificato.
Circa un anno e mezzo fa, nel marzo 2021, la virologa Ilaria Capua dichiarava: “Il vaccino fa miracoli, dobbiamo resistere due mesi e saremo dall’altra parte.” 1 anno e mezzo dopo, un proliferare di casi e varianti nonostante la maggioranza della popolazione risulti tri-dosata. Poco dopo Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, parlava di immunità di gregge raggiunta tra agosto e settembre 2021.
Ancora qualche mese e, lo scorso novembre, Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia Generale presso l’Università degli Studi di Milano, sentenziava: “La terza dose distanziata dalle prime due è la normalità. Il nostro sistema immunitario può aver bisogno di questa stimolazione per innescare una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni”. Dello stesso avviso anche Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani: “Sarà necessario un richiamo annuale con vaccini aggiornati, non la quarta dose.” Un battito di ciglia e la quarta dose è già realtà, non è sbagliato ipotizzare che i sopracitati esperti siano tutti incappati in infelici errori di valutazione.
Gennaio 2022: “La quarta dose non serve. Non ha senso mantenere il sistema immunitario continuamente attivato” tuonava Guido Rasi, direttore dell’Agenzia Europea per i medicinali. Seguito a ruota da Pregliasco: “Non è fattibile, accettabile e riproponibile una quarta dose universale.”
Dopo aver cannato ogni sorta di predittivo, perché dovresti prestare ancora ascolto e credibilità a questi soggetti?
Ti dirò di più, a fine mese scadranno circa 120.000 dosi di vaccino, a settembre circa un milione. Sembrerebbe l’ennesimo, classico, spreco di denaro pubblico, a meno che qualcuno non spinga sull’acceleratore per inoculare tutto entro scadenza. In tv è già chiara la direzione verso cui soffia il vento.