Emergenza vaiolo delle scimmie: cosa non torna.

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Tanto tuonò che piovve. Con la proclamazione del vaiolo delle scimmie ad emergenza sanitaria globale, l’allerta comunitaria è di nuovo ai massimi livelli. Come tre anni fa con il Covid-19, certo, ma con importanti distinguo. Su tutti, un vaccino già pronto e un farmaco, il Tecovirimat, approvato ancor prima del sopraggiungere delle prime manifestazioni virali. Ne ho già scritto in uno dei miei precedenti articoli, che ti invito a recuperare (https://www.malasanitarisarcimentofacile.it/2022/06/10/farmaco-anti-vaiolo-delle-scimmie-un-tempismo-perfetto/).

Ad accollarsi totalmente la responsabilità della decisione è il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale ha di fatto bypassato la decisione di 8 membri (su 14, la maggioranza quindi) del comitato di esperti dell’organizzazione che avevano ritenuto non necessario proclamare l’emergenza.

A margine della conferenza stampa sul tema Tim Nguyen, capo unità della Preparazione ai rischi infettivi globali, ha dichiarato: “Tutti coloro che sono stati sottoposti all’inoculazione del vaccino anti-monkeypox sono considerati parte di uno studio clinico ai fini della raccolta dei dati in modo che i ricercatori possano sapere di più circa l’efficacia del vaccino. L’efficacia del vaccino è ancora sconosciuta poiché non è mai stato utilizzato prima su questa scala e in questo contesto”.

Ricevere il vaccino contro il vaiolo delle scimmie vuol dire partecipare consapevolmente ad una sperimentazione clinica, dunque. Ed è la massima organizzazione sanitaria mondiale a confermarlo senza mezzi termini.  

Altro aspetto poco chiaro? Le modalità di trasmissione del virus, per stessa ammissione di Ghebreyesus. Uno studio del New England Journal, supportato nelle evidenze da Rosamund Lewis, la massima esperta Oms sul vaiolo delle scimmie, ha constatato come il 99% di casi di vaiolo delle scimmie in Europa siano uomini e che il 98% di questi risulti omosessuale o bisessuale, con un 41% di sieropositivi. C’è un gruppo demografico particolarmente colpito, ed è palese. Basterebbe mettere in allerta la comunità omosessuale e circoscrivere ad essa i provvedimenti del caso, preventivi o postumi che siano.

Senza soffermarci sull’origine del virus, con questi dati alla mano e con un tasso di mortalità attestato nullo, faccio fatica a spiegare l’esigenza di tornare a respirare i fumi asfittici di uno stato di emergenza globale, e ti invito a riflettere su quali possano essere per la popolazione mondiale le conseguenze di una seconda vaccinazione sperimentale immediatamente successiva o, in certi casi, addirittura contemporanea a quella appena incorsa per il Covid-19.

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